domenica 5 dicembre 2010

neve


Comincia l'inverno
Corina ed Elan alla finestra.

sabato 20 novembre 2010

Manifestazione pro l'Aquila

Rieccoci,
stavolta con Mauro e Rossella.
Siamo venuti per caricare il vecchio Gilera di mio padre per portarlo a Bologna,in modo che possa essere in qualche modo recuperato e tornare a circolare.
Ospiti di Paolo,albergo delle Rose, abbiamo passato 2 notti e due giorni nell' Aquilano,sotto una pioggia battente che non ci ha mai abbandonato da Bologna.


Abbiamo partecipato alla manifestazione che si teneva da via 20 settembre fino in centro, ma bagnatissimi abbiamo dovuto ad un certo punto tornare in albergo per cambiarci e scaldarci.
La città è un delirio, e in inverno lo diventa ancora di piu'...
Un abbandono totale.
Tutto intorno una mega periferia di addobbi e vetrine colorate, centri commerciali ovunque strapieni di macchine in colonna immobili.


Il centro,invece freddo,inospitale.
Le vetrine chiuse sono l'eternità.
I muri si stanno impregnando d'acqua, le case si stanno ingobbando sotto il tempo.


Fa male continuare a venire e vedere sempre piu' o meno tutto uguale, e ogni visita la comprensione sempre piu' realistica che poco potrà essere fatto per recuperare la città.
Abbiamo portato Mauro e Rossella nel centro di Onna, non siamo riusciti a scattare nessuna foto,un peso allo stomaco ce lo ha impedito.
Tutto giace sotto il fango, il grosso delle macerie è stato tolto ma rimangono scheletri di pietra eretti con stanze ancora arredate sotto il maltempo.
Libri aperti ,cibo,tende,vestiti...tutto sotto una pioggia gelata.
I giocattoli sono ovunque e questo è forse l'aspetto piu' drammatico...macchine colorate, bambole, pattini,biciclette...tutto sotto la pioggia,mezzo sepolto nel fango.
La sera vediamo Patrizia nella new town a Sassa...Luca , Lorenzo e Pasquale, sembrano ben inseriti in queste case tutte uguali,con parchi verdi tutto intorno.
Sembrano palafitte arrampicate su piloni di cemento...una vallata piena, dove anche orientarsi al buio è difficile.
L'aquila ormai è questo, quartieri pieni di gente e luci,tutti uguali, e vicino la città morta fatta di finestre vuote che guardano il tempo che passa.
Salutiamo e ripartiamo, San Demetrio per un caffè al bar dei Giovani, dove i 2 proprietari anziani raccontano la loro esperienza del terremoto , portandoci i suoni e il buio di quella notte davanti gli occhi.
Io e Viola siamo abituati a questi racconti , Mauro e Rossella un po' meno...e si vede dalle loro facce.
Cena da Sabrina e Pasqualino a Barisciano.
Hanno questa casetta caldissima in questo comune mezzo disabitato.
Qui a differenza delle new town si respira cosa era l'aquila un tempo...paesini di pietra,stradine strette e un freddo glaciale.
Solo che tutto è buio,silenzioso all'inverosimile... le finestre accese sono pochissime , i lampioni illuminano strade inutilizzate se non da pochissimi fotunati rientrati nelle proprie case.
Fa freddissimo, e mangiamo volentieri tutto quello che mia sorella ha preparato.
Pasqualino racconta anche ai nostri amici la propria esperienza del 6 aprile.
Ogni esperienza una lettura diversa del terremoto.
La mattina dopo salutiamo Paolo,e andiamo a casa a prendere la moto.
La casa dei miei è sempre più silenziosa,sempre più morta.
Caricato il tutto scappiamo a prendere un caffè in centro ...sembra che la pioggia abbia finito di scrosciare almeno per qualche ora.
Poi 400 km e di nuovo tutti a casa.

sabato 13 novembre 2010

Carpi in autunno


Prima passeggiata verso il freddo che anche quest'anno sembra intenzionato seriamente...


martedì 14 settembre 2010

primo giorno di scuola

Primo giorno di scuola

Per Corina ed Elan è la prima volta che varcano il cancello dello stesso istituto, Elan prima elementare e Corina 5°...poi tra un anno ognuno per la sua strada.
Un peso nello stomaco girarsi e allontanarsi per uscire,lasciandoli soli alla loro storia di bambini che ormai crescono ogni giorno di piu'...

Si aprono i cancelli, si salgono le scale,ressa nei corridoi...poi tutto torna al proprio posto.

Foto scattata ad Elan, che tranquillamente affronta uno dei giorni piu' importanti della sua vita scolastica.
Bravissimo!

sabato 28 agosto 2010

Delta de Po



Fine estate, al Cer tira una bruttissima aria...
Mi trovo al mio ritorno tutto praticamente organizzato...barcone, pranzo su palafitta...e va be',anche sta volta Ago colpisce.
Portiamo anche Viola e Corina, in tutto 8 sul furgone(Andrea, Alessandro,Maurizio, e Emiliano) partenza bologna ore 7:00
Arrivo a Castel D'Arquà , carichiamo Ago, e via direzione Adria ,e poi per Sacca degli Scardovari, dove ci attende su una ape-car azzurra Antonello,il capitano della barca che ci porterà in giro per tutta la giornata.
Risate che lavano tutto e una bella mangiata.



Poi scappiamo spinti da un temporale che da lontano ruggisce la sua rabbia sulla pianura.
Facciamo appena in tempo ad evitarlo.

Ci voleva una giornata così!
Ago!...Grazie!

venerdì 20 agosto 2010

Fine delle vacanze



E come tutti gli anni arriva anche questo il ritorno...
Prima pero' Piccola pausa "ciclistica" a Ravenna !

mercoledì 18 agosto 2010

Mare Adriatico

Tornati dall' Abruzzo, passiamo 3 giorni a Comacchio, lasciando il furgone fermo e andando al mare tutti i giorni in bicicletta, e la sera mangiando anguilla da melixa.
Comacchio e Porto Garibaldi ormai sono diventati troppo familiari e non riusciamo piu' a farne a meno!

mercoledì 11 agosto 2010

Gran Sasso



Il giorno dopo,fatta colazione, salutato Tobia il cane del bed & breackfast che ci ospita si sale verso il cielo, fino a 2400 metri.

Salendo sosta a Barisciano dove sulla 17 la nuova edicola ci vende il fatto quotidiano.
Ecco fialmente l'altopiano, li tutto è rimasto intoccato dalla tragedia.

Stessa aria fredda che da appetito, stessi animali al pascolo,stessa identica vegetazione ...li il tempo si è dato pausa, e del terremoto sembra scordarsi.

La natura qui sembra non aver sentito nulla del rumore di quella notte in fondo pochi chilometri più giù.

L'altopiano indisturbato ci accoglie con la sua immensità,



e ci saluta con il classico temporale del pomeriggio.

Pranzo a Santo Stefano di Sessanio, dove a 1400 metri si ricominciano a vedere i segni del 6 aprile...manca la bellissima torre medioevale...al suo posto uno scheletro di ferro svetta in alto a ricordare l'imponenza del passato.


martedì 10 agosto 2010

Ritorno


Quest'estate abbiamo riscoperto l'Aquila, che dopo il 6 aprile dell' anno scorso a parte piccole puntate a recuperare documenti o suppellettili dalla vecchia casa è rimasta una frontiera invalicabile.
Il solo scrivere l'Aquila mi suscita una strana sensazione...il vedere a video questa parola mi da calore, un nome cosi' vicino e familiare, eppure ultimamente cosi' lontano da tutti noi.
Mentre scrivo la terra sta tremando di nuovo, e penso al vuoto tra le finestre e il silenzio nelle case , e la polvere e le piante morte senza cura dietro i vetri e sulle terrazze.


Penso ai cani randagi che non si vedono piu' e alle macerie che hanno preso il loro posto,penso alle impalcature che cementificano la città che ormai ha cambiato completamente aspetto.
Le strade sono tutto un via vai di ricordanti, gente che torna timidamente sul posto,


sguardi smarriti che attraversano il tempo paragonando l'oggi al passato e domandandosi il domani.
Tra tutte queste mura ora scorre un silenzio pesantissimo, è tutto chiuso tutto cristallizzato.
Le vetrine dei negozi sono in disuso, le insegne tutte spente, la gran parte delle porte sono incatenate da sequestri e contro i furti.


la città è morta ovunque.
Anche la piazza centrale,le chiese che si affacciano e le fontane tutto sembra finto.



Sorgono qui e là timidissimi segnali di coraggio, il bar delle sorelle Nurzia per esempio


ha riaperto i battenti tra le crepe e dentro sembra tutto molto normale, ma le vetrine riportano istantaneamente alla situazione...fuori non passa quasi nessuno.
Il castello spagnolo avvicinandoci sembra sempre lo stesso , ma poi girandogli intorno la cruda realtà...il tetto del lato ingresso è tutto puntellato, il ponte d'accesso un cumulo di macerie .



Gru ovunque spuntano tra i palazzi ,un mega cantiere, tutto criccato e puntellato su se stesso.
Mangiamo in un self-service aperto coraggiosamente in pieno centro sul corso dove Viola riprende gli affreschi coloratissimi,unici affreschi sembra di tutta la città.


Corina compra un cappellino da una signora che tutti i giorni dal mare viene in città per aprire la sua nuova bottega...la vecchia non esiste più e da quello che ci racconta demoralizzata anche la nuova tra non molto farà la stessa strada.
E' tutto molto insostenibile, sembrano tutti combattere contro il tempo che sembra proprio non voler perdonare nessuno pero'.
Poco oltre la nostra vecchia erborista...l'abbiamo scorta casualmente nascosta in queste casupole di legno che fungono da negozi ma tutt'altro ricordano.
Si è ricordata di noi ... i bolognesi ; e ci ha venduto la sua argilla verde per la quale tante volte venivamo apposta.
Ci ha raccontato la sua vicenda, il negozio completamente inagibile, i risarcimenti ridicoli e comunque non ancora arrivati , la militarizzazione del centro..."ci seguivano fino ai bagni da campo e li fuori rimanevano fino a che non finivamo", ci racconta della depressione del figlio che ora è a Roma, e della sua volontà di chiudere, e di abbandonare tutto.
Poi ci indirizza salutandoci sotto la villetta, a farci vedere il quartiere delle ville, dove la devastazione ha raccolto vittime per incurie e infatti è tutto sotto sequestro.
E li la morte è ancora nell'aria,c'è il sole ma c'è anche un gran silenzio.
Palazzi anni '70 sventrati, geometrie sfasate, vetri rotti ovunque, rottami di macchine ancora lungo la strada.
La vegetazione sta riprendendo i suoi spazi, alberi che spuntano ovunque e cespugli sulle pareti.

Sporcizia lungo la strada, non passa nessuno, scattare foto diventa difficile, un angoscia ci attanaglia e con la scusa del caldo ci allontaniamo verso Collemaggio.
Lo spettacolare giardino una lastra di polvere, da li il campo fiorito ha preso il largo e un po' qui un po li' tutti pian piano si sono allontanati.
Ora i militari presidiano,annoiati ti guardano andare e venire.


La chiesa bianca svetta, scheletro di facciata, dentro il vuoto, impalcature, transenne
Anche qui la pietra secolare ha subito in silenzio, ciò che le guerre, e i papi non hanno potuto l'ha fatto la terra in una notte sola.
E la venditrice di souvenir che fotografano ciò che quasi non esiste più ci guarda come alieni...forse gli unici visitatori della giornata?
Non lo sappiamo ma non ci sentiamo di chiederglielo...sembra molto tesa.
Risaliamo sul furgone e ci lasciamo il centro storico alle spalle e attraversando interi quartieri dormitori pieni di traffico e rotonde che nemmeno Bologna si sogna ci dirigiamo al nostro albergo.

venerdì 6 agosto 2010

Bologna




Tante volte siamo talmente incasinati da non riuscire nemmeno a permetterci una bella passeggiata in centro a Bologna.
Allora ora che anche Viola è in vacanza, caricate le bici in furgone, arriviamo in periferia, parcheggiamo e in bicicletta via verso il medioevo.